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Montesegale e il territorio

MONTESEGALE è un Comune appartenente alla Comunità Montana dell'Oltrepo Pavese, costituito da numerosi piccoli centri distribuiti sul fondovalle e sui due versanti della Valle Ardivestra.

In una zona di particolare interesse paesaggistico, coesistono memorie storiche di rilievo, perfettamente conservate e significative testimonianze di civiltà contadina.

L'economia è prevalentemente agricola e si basa sulla produzione di foraggi, frumento, granoturco, frutta, vini, salumi e miele.

Superficie territoriale: 1.483 ha
Altitudine: m 224 - 560 slm
Distanze: Milano 70 Km - Pavia 45 Km - Voghera 18 Km
Sede Municipale: Montesegale
Frazioni e Nuclei Abitativi: Balestrero, Bregni Superiore, Bregni Inferiore, Cà Biotto, Cà Fracce, Camolino, Cà Varni, Case del Molino, Castignoli, Cencerate, Fornace, Frascate, Languzzano, Molino montà, Poggio, Pogiolo, Poggio Rajone, Sanguignano, S. Damiano, Zuccarello.
PROFILO STORICO

MONTESEGALE ha una storia antica. Troviamo citato "Montesecalis" unitamente ad altre località dell'Oltrepo Pavese, in un atto di compravendita dell'anno 1029, con cui il Diacono piacentino Gerardo, vende al marchese Ugo della stirpe degli Obertenghi, una grande quantità di corti, ville e poderi sparsi un pò dovunque.


Dagli Obertenghi passò nel 1157 ai vescovi di Tortona ai quali fu tolto da Federico Barbarossa che lo assegnò al Comune di PAvia nel 1164. Successivamente i Pavesi lo diedero in feudo ai conti Gambarana, discendenti della casata dei conti palatini di Lomello.

I Gambarana mantennero la sovranità su Montesegale, salvo poche interruzioni, sino alla soppressione del feudalesimo, nonostante diversi contrasti con i Malaspina di Oramala ed i Visconti.
Infatti, in conseguenza ad una crisi tra i Gambarana ed i duchi di Milano, Montesegale venne espugnata dal Conte di Carmagnola, nel 1415. Come s'è detto, eccetto questi episodi, Montesegale rimase di proprietà dei Gambarana, che lo presiedettero fino all'estinzione della casata.


Tra i vari privilegi, ottenuti dai gambarana a favore degli abitanti del feudo, importante fu l'esenzione dal pagamento del consueto pedaggio ai malaspina per l'attraversamento del loro territorio per recarsi a Cecima per macinare il grano.

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